Parte oggi la rubrica I paladini della natura, dedicata a tutti coloro che hanno scelto di muoversi in prima persona per difendere la natura. Per iniziare abbiamo scelto un paladino molto particolare: la foresta stessa.
Le foreste in Italia crescono, resistendo a cementificazione, cambiamento climatico e catastrofi naturali. A dirlo è il primo “Rapporto nazionale sullo stato delle foreste e del settore forestale 2019”, presentato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo in occasione dell’International day of forest. Il rapporto ha coinvolto 214 esperti di enti, istituzioni, amministrazioni e associazioni nazionali e regionali.
Le foreste italiane si estendono oggi per 11 milioni di ettari, occupando il 36,4% della superficie nazionale e superando quella agraria. Rispetto al 1936 sono cresciute del 72,6% (più 4,9% dal 2005 al 2015). «Non per politiche azzeccate ma semplicemente perché gli alberi invadono zone abbandonate, terreni una volta coltivati e oggi dimenticati a causa dello spopolamento e la corsa verso le città», spiega il ricercatore di Assestamento forestale e Selvicoltura all’Università di Milano Giorgio Vacchiano, considerato dalla rivista Nature tra gli 11 migliori scienziati emergenti al mondo.
LE FORESTE, IL NOSTRO POLMONE VERDE
Cruciali nella lotta ai cambiamenti climatici, le foreste rappresentano l’habitat per il 75% della biodiversità e producono oltre il 40% dell’ossigeno terrestre, assorbendo fra il 25 e il 30% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’uomo. Ogni anno, infatti, le foreste italiane sottraggono dall’atmosfera circa 46,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica, che si traducono in 12,6 milioni di tonnellate di carbonio accumulato. «Gli alberi sono organismi che si sanno adattare, ma quando temperature e incendi aumentano non sempre ci riescono – continua Vacchiano –. Dopo un incendio la prima volta ricrescono, ma se per siccità e calore si verifica ancora un rogo nello stesso luogo spesso non sono più in grado di recuperare. Sia noi che loro dobbiamo adattarci ai cambiamenti».
LEGNO: UN LAVORO PER 400MILA PERSONE
Il Rapporto scatta anche una fotografia del settore economico legato al legname, che attualmente dà lavoro a oltre 400mila persone. «Il ruolo produttivo del bosco è fondamentale per il nostro Paese e per i servizi ambientali, sociali e culturali che solo una corretta gestione può fornire – dice il ricercatore CREA, Raoul Romano – . In termini occupazionali si potrebbe sviluppare un indotto di oltre 300 mila posti di lavoro, in particolare per le aree rurali». Tra gli aspetti critici, l’importazione di legna e legname, pari a circa 3,75 milioni di metri cubi per il grezzo e a 14,46 per il semilavorato.
Le foreste potrebbero anche essere l’alternativa sostenibile alle materie inquinanti come la plastica e gli idrocarburi. «Avremo bisogno sempre più di legno per sostituire la plastica, il cemento e il petrolio – conclude Vacchiano –. La selvicoltura è proprio quella scienza che ci permette di utilizzare le foreste, cercando di mantenere e conservare al tempo stesso la copertura forestale, l’importante patrimonio arboreo che abbiamo, e avere anche una fornitura costante nel tempo del legno, che è una materia sostenibile e rinnovabile per definizione».
LE REGIONI PIÙ VERDI DI ITALIA
Il patrimonio forestale italiano è costituito da circa 9 milioni di ettari di foreste e da quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate, in prevalenza arbusteti, boscaglie e macchia. Complessivamente, le aree forestali coprono oltre il 35% del territorio nazionale. Il 66% delle foreste è di proprietà privata. La superficie forestale compresa all’interno di aree protette (parchi e riserve naturali) ammonta complessivamente a circa 3.858.000 ettari.
Le regioni più verdi sono:
- Liguria (375mila ettari, 69% della superficie regionale)
- Trentino-Alto Adige (circa 780mila ettari, 57% della superficie regionale)
- Toscana (1.151.000 ettari, 50% della superficie regionale)
- Sardegna (1.213.000 ettari, 50% della superficie regionale)
- Umbria (390mila ettari, 46% della superficie regionale)
Le categorie forestali più diffuse sono:
- i boschi a rovere, roverella e farnia (1.084.000 ettari)
- le faggete (1.035.000 ettari)
- le cerrete e i boschi di farnetto, fragno, vallonea (1.011.000 ettari)