Per un bibliofilo non c’è piacere più grande che ordinare, riordinare e organizzare una libreria. Alcuni, se potessero, pagherebbero addirittura per farlo in casa d’altri. Risistemare scaffali pieni di libri, infatti, è attività colma di soddisfazioni, di riscoperte. E soprattutto è un’occupazione che non ha soluzioni definitive: non esistono regole esatte che valgano per tutti. Ci sono intere scuole di pensiero dietro a una disposizione piuttosto che a un’altra. Roberto Calasso, a capo di una delle case editrici più importanti che abbiano in Italia, Adelphi, ci ha addirittura scritto un libro: Come ordinare una biblioteca (ma attenzione, non è una guida pratica, quanto piuttosto un autobiografico trattato di bibliofilia).
«Il miglior ordine, per i libri, non può che essere plurale, almeno altrettanto quanto la persona che usa quei libri. Non solo, ma deve essere al tempo stesso sincronico e diacronico: geologico (per strati successivi), storico (per fasi, incapricciamenti), funzionale (connesso all’uso quotidiano in un certo momento), macchinale (alfabetico, linguistico, tematico)» scrive Calasso, che da parte sua segue la regola del cosiddetto “buon vicino”, «formulata e applicata da Aby Warburg, secondo cui nella biblioteca perfetta, quando si cerca un certo libro, si finisce per prendere quello che gli sta accanto e che si rivelerà essere ancora più utile di quello che cercavamo».
Nel nostro caso, tuttavia, mettiamo da parte le elucubrazioni filosofiche e concentriamoci invece sull’aspetto estetico. Ecco quindi alcune idee.
Organizzare una libreria per colore
È una soluzione che divide nettamente in due le opinioni: c’è chi la ama (e sono quasi sempre persone che lavorano in ambienti creativi) e chi la odia (chi i libri li usa davvero e ci tiene a trovare quello che serve senza passare un’ora a leggere tutti i titoli).
Qualche anno fa, grazie ai social, è diventata una vera e propria moda.
Chi l’ha provata assicura che è piacevolissimo stare a ordinare tutte le infinitesimali sfumature fino a raggiungere la disposizione perfetta.
Mettere in mostra il “taglio” dei libri
Si tratta di un’altra soluzione puramente estetica e contraria a ogni razionalità pratica, anche questa frutto di una tendenza che ha cominciato a imporsi solo molto di recente.
Nell’anatomia del libro si definisce taglio l’insieme visibile dei fogli, quindi i tre lati non rilegati. La parte in alto si chiama anche taglio superiore, o testa. Quella in basso taglio inferiore o piede.
Essendo solitamente di colore neutro, i tagli permettono di avere una libreria più uniforme dal punto di vista visivo.
Usare sovraccoperte personalizzate
È un lungo lavoro ma dà risultati straordinari.
In pratica si decide di rendere più omogeneo l’impatto cromatico dei libri, foderandoli con sovraccoperte (cioè le copertine esterne rimovibili) uguali o simili tra loro.
Si può tranquillamente fare in casa: servono tanta pazienza, una buona scorta della carta più adatta e un po’ di talento calligrafico per scrivere autori e titoli.
Ci sono anche professionisti che hanno elevato ad arte questa attività, come ad esempio Thatcher Wine, diventato il “bibliofilo delle celebrità”. Con la sua azienda Juniper Books ha clienti come le attrici Gwyneth Paltrow e Laura Dern.
Wine ha anche scritto un libro in proposito, For the Love of Books, purtroppo non ancora tradotto in italiano.
Disporre i volumi come si trattasse di oggetti, accompagnandoli ad altri oggetti
È uno dei consigli più utilizzati dagli interior designer. Ogni libro andrà considerato per il suo valore formale — colore, dimensioni, persino texture — e abbinato ad altri libri o a soprammobili, quadri e vasi, creando delle vere e proprie composizioni.
Per un effetto di movimento, più piacevole all’occhio, si possono alternare gruppi di volumi disposti in verticale e in orizzontale. Sopra a questi ultimi è consigliato appoggiare oggetti.
Anche il vuoto vuole la sua parte. A meno che non si abbia più posto, le librerie — specialmente se in salotto o in ambienti di passaggio — hanno maggior impatto se si lasciano spazi che mostrano il fondo. In questo caso si può giocare coi colori, dipingendo la parte visibile degli scaffali con colori d’accento oppure con piccole variazioni cromatiche rispetto al resto del mobile.
Oltre i libri: costruire librerie con materiali di recupero
Prima di organizzare la libreria, però, bisogna averne una.
Oltre a quelle tradizionali, già pronte o su misura, è possibile costruirne una da soli, magari utilizzando materiali di recupero.
Si possono utilizzare i pallet, le solide cassette della frutta, delle vecchie scale o delle panche in legno, ma bastano anche dei semplici listelli.
Partendo da zero o utilizzando elementi preesistenti, così come nel caso di piccoli restauri estetici di vecchi mobili, si può sperimentare col colore, puntando su classiche monocromie oppure giocando con due o tre tinte.
Quelle della linea Rio Verde di Renner Italia, ad esempio, si prestano perfettamente per l’occasione: le vernici all’acqua Vintage Prestige hanno tinte pastello che si abbinano facilmente tra loro e si possono utilizzare sia per le aree del fondo che per quelle laterali, così da dare un po’ di dinamicità a tutto l’insieme.