Mi chiamo Camilla, sono una blogger non vedente.
Lo vestono i calciatori della Fiorentina. Per gli uomini di teatro è segno di sventura. Per i meditatori è il colore del sesto chakra, uno tra i più importanti, il terzo occhio posizionato nell’area tra le sopracciglia. Il viola agisce sulla respirazione, sull’autocontrollo e sull’ansia. Un colore dirompente, accecante, il segno che la primavera sta arrivando, anticipata dalle viole e dai ciclamini. Porta il profumo della lavanda e la freschezza della viola, spesso usata in cucina anche per sostituire la menta. Viola come il verbo violare, profanare. Viola come lo strumento musicale dal suono intenso utilizzato nelle overture di musica classica.
Da sempre lego il colore viola al mistero, alla magia. Ogni bacchetta magica, ogni trucco, ogni gioco di magia che avevo da bambina aveva un almeno un particolare viola. Durante una festa di paese, acquistai una pietra viola – un ametista – su una bancarella. Soffrivo molto di ansia e mal di testa, e lessi delle proprietà curative di quella pietra. Se accostata alla parte dolorante avrebbe offerto sollievo. Ero affascinata da questo potere, tanto che la ribattezzai “Dottor Viola”. Ormai era il mio talismano, volevo che tutto – i miei vestiti, le mie scarpe, i miei accessori – fossero viola. E adesso che sono adulta? Non è cambiato nulla. Anzi, sì. Adesso anche i miei capelli hanno le mèches viola.
Viola come la marmellata di prugne. Amo prepararla per poi farcire la crostata, il mio dolce preferito. Viola come le melanzane fritte che mia nonna prepara nelle occasioni speciali: l mio compleanno, quello dei miei fratelli, quello dei miei cugini. Viola come le barbabietole da cui si ricava lo zucchero e di conseguenza anche lo zucchero filato. Viola come i biscottini di lavanda. Come il mare e il cielo della Provenza, come la cameretta di van Gogh, come i suoi Iris.